di Padre Luca Zaru Priore del Religioso Cristiano Ordine monastico Anglo Cattolico dei SS. Francesco e Chiara

 

La liturgia è l’esercizio del ministero sacerdotale di Cristo attraverso riti che manifestano e fondano la Chiesa. La relazione tra rito e liturgia non è quindi una relazione di identità, anzi, la liturgia si esprime attraverso il rito.

Il concetto di liturgia è molto ampio. La liturgia è “principalmente il culto della maestà divina” e “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”, la inserisce all’interno della spiritualità della chiesa, fonte e culmine della stessa fede e della teologia. Inoltre, se si guarda alla sacra scrittura ci si accorgerà ben presto come i due principali eventi di rivelazione della Bibbia cristiana, la donazione delle tavole della legge sul Sinai a Mosè ed il Mistero Pasquale, avvengono in un contesto che si può definire liturgico sulla base del quale la Chiesa si fonda e formula i suoi riti.

La lex orandi, cioè l’insieme delle norme cultuali definite dalla chiesa, comprende la forma delle celebrazioni religiose solenni, ma anche l’ordinario e il proprio dei riti quotidiani, quali la Celebrazione eucaristica, i sacramenti, la liturgia delle ore. Con liturgia (traslitterazione del greco λειτουργία, letteralmente “azione per il popolo”) si intende «il servizio pubblico, liberamente assunto, in favore del popolo». Il termine «il servizio di culto che si deve a Dio». Il termine Liturgia compare già nell’A.T., in riferimento al rito levitico e compare nel N.T. in Atti 13, 2. LA LITURGIA: BREVI CENNI STORICI La Chiesa cristiana sin dall’inizio si riuniva regolarmente per il culto comunitario. La forma più basilare di culto nella Chiesa primitiva (lettura ed esposizione delle Sacre Scritture, la preghiera, il canto dei Salmi, l’osservanza dei sacramenti) deriva dall’esempio e comando di Gesù che, con l’eccezione dell’Eucaristia da lui istituita, ha ripreso e riadattato la pratica del culto ebraico sinagogale.

READ  La Liturgia delle Ore

La prima comunità cristiana a Gerusalemme era essenzialmente ebraica e, come tale, accettava quello che ora conosciamo come Antico Testamento. Ciò che distingueva questi primi cristiani dall’ebraismo tradizionale era la ferma loro persuasione che Gesù fosse il Messia promesso e che la salvezza potesse essere conseguita solo seguendo Lui. Essi continuavano a rendere culto a Dio alla maniera giudaica, ma aggiungevano la celebrazione eucaristica (Atti 2,42-46) e la preghiera elevata a Dio in nome di Gesù (Atti 4,24-30). Sebbene i cristiani si radunassero quotidianamente per pregare, per la comunione fraterna, la predicazione e l’insegnamento, (Atti 2,46, Atti 5,42), il giorno principale della settimana per rendere culto a Dio era stato spostato, quasi sin dall’inizio, dal sabato alla domenica, perché era il giorno della risurrezione. Non è chiaro quale fosse l’ordine del culto stabilito dagli apostoli nella chiesa, ma la liturgia era comunque molto semplice. Tutte le evidenze (il Nuovo Testamento e gli scritti non canonici dell’epoca) indicano che, sebbene gli elementi del culto non avessero una sequenza fissa, il punto culminante del culto domenicale era la frazione del pane.

Una fonte antica, la Didaché (circa 95-150), ci dà una descrizione dettagliata di come la messa fosse celebrata, incluse le preghiere da usarsi, come pure altre indicazioni liturgiche ed usi. Erano incluse formule fisse di preghiera, ma veniva lasciato ampio spazio alla preghiera spontanea. Si richiedeva pure che la confessione di peccato precedesse la celebrazione dell’eucarestia.

Giustino martire nella Apologia prima scritta circa nella seconda metà del II secolo, descrive la cena del Signore come “eucaristia” (cioè “ringraziamento”), come pure fa la Didaché (14:1). Nel descrivere il servizio di culto, Giustino scrive: «Le memorie degli apostoli (i vangeli) e gli scritti dei profeti, erano letti ad alta voce fintanto che il tempo lo permetteva» (Apologia prima, 67).

READ  Sacramentali

Senza dubbio gli “Scritti dei profeti” erano i libri dell’Antico Testamento. Dagli scritti di Giustino martire è chiaro che le chiese avevano un ordine del culto definito, stabilito per tradizione, ma il culto era molto semplice.

Nella Chiesa primitiva vi erano riunioni in cui i credenti che erano stati battezzati celebravano l’eucaristia nell’ambito di un vero pasto. Già molto presto, però, questo pasto viene separato dal sacramento propriamente detto ed era chiamato “agape”, cioè “festa d’amore”. Con il IV secolo l’osservanza dell'”agape” si estingue soprattutto a causa dei disordini di condotta che causava. L’osservanza delle festività annuali da parte del giudaismo fa sorgere nei cristiani l’idea di “anno ecclesiastico”, ora chiamato “anno liturgico”, ma questo tentativo di santificare l’intero anno con una successione di festività sacre, si sviluppa lentamente.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *