La Successione Apostolica della Chiesa

Secondo la linea di Utrecht

La Chiesa Cristiana viene definita Apostolica in quanto fondata dal Signore sui suoi 12 Apostoli dopo la sostituzione del traditore Giuda con Paolo l’unico dei dodici che conobbe Gesù solo dopo la sua resurrezione. La Chiesa, assistita dall’afflato dello Spirito Santo, trasmette nei secoli gli insegnamenti di nostro Signore che ne è il solo e unico primate. Nel tempo e nelle realtà locali i vescovi, come successori degli Apostoli, continuano a guidarla e a santificarla.

Ogni vescovo, nella sua qualità di successore dei dodici Apostoli diviene Maestro della Verità rivelata ed insegnata da Gesù, Ministro della Grazia dello Spirito Santo e Guida e Pastore dei Cristiani in quanto Popolo del Signore.

La Successione Apostolica è la trasmissione dell’autorità ricevuta dagli Apostoli ai loro legittimi successori cioè i vescovi per imposizione delle mani sul capo, kirotonia, durante la liturgia dell’Ordinazione.

L’intera vita della Chiesa Cristiana scorre attraverso l’opera dei vescovi che agiscono come successori degli Apostoli iniziando dall’Eucarestia che non può essere validamente concessa senza una legittima Successione Apostolica definita fondamento di tutte le Chiese Cristiane Occidentali e Orientali. La Chiesa Romana, Ortodossa e Anglicana si fondano tutte sulla Successione Apostolica e agiscono in intercomunione che consente ai propri fedeli di partecipare all’Eucarestia di un’altra Chiesa. Il protestantesimo, invece, non riconosce la Successione Apostolica e secondo la convinzione delle Chiese riformate la validità ecclesiale dipende dalla fedeltà totale agli insegnamenti Evangelici di nostro Signore.

Per questo motivo le Chiese Anglicana, Romana e Ortodossa non riconoscono valide le liturgie Eucaristiche di quelle protestanti riformate (Avventista, Battista, Calvinista, Luterana, Metodista, Pentecostale, ecc.).

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La Chiesa Anglo Cattolica San Paolo Apostolo, nella sua qualità di Chiesa Alta possiede una Successione Apostolica ininterrotta, valida e riconosciuta in ambito Anglicano, Romano e Ortodosso. Tutti i nostri Clerici ne sono giustamente orgogliosi e per la realizzazione della Pax Evangelica che tende a concretizzare l’invocazione del Credo per la Chiesa Cristiana una, santa, cattolica e apostolica le ordinazioni vengono validate dall’imposizione delle mani (kirotonia della materia), dalla liturgia di Ordinazione eseguita secondo il rito liturgico Romano non riformato (forma) e dalla volontà di chi chiede di essere ordinato e del vescovo ordinante (intenzione).

La Successione Apostolica inizia dagli Apostoli e in particolare da Pietro e prosegue di vescovo in vescovo. Tuttavia solo dopo il 1541 esistono dati certi per tutte le Chiese. Fino al 1500 i dati conservati sono estremamente confusi e contraddittori e l’unica genealogia episcopale certa è l’elenco dei Papi Cristiani Romani.

Il mistero di Felice III°

Ma anche l’elenco dei Papi, cioè dei venerabili primati della Chiesa Romana, contiene imprecisioni e lacune.  Felice I°, che poi sarà fatto santo, viene ordinato nell’anno 269 e sarà seguito da San Felice II° nel 483 e pochi anni dopo, nel 526, da San Felice IV°. La cosa sconcertante è la mancanza di un Felice III° che dovrebbe essere stato elevato al soglio Pontificio fra il 492 e il 526. Ma in questi 34 anni, secondo i dati ufficiali degli archivi Vaticani i Papi sono:

49. San Felice II° (483)
50. San Gelasio I° (492)
51. Anastasio II° (496)
52. San Simmaco (498)
53. San Ormisda (514)
54. San Giovanni I° (523)
55. San Felice IV° (526)

Questo dimostra che effettivamente i dati disponibili agli storici fino al 1500 sono incerti e poco attendibili.

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Il 1541

Al 220° posto della Successione Apostolica troviamo, nel 1541, il Cardinale Scipione Rebiba.

Questo Cardinale è uno dei più antichi vescovi del quale si conosce con certezza la genealogia e le successioni episcopali con le date delle ordinazioni. La sua notorietà deriva dalla circostanza che 5225 Vescovi fra i 5500 attualmente in vita lo pongono al vertice della propria genealogia, compresi tutti i Papi da Clemente XI° a Papa Francesco.

La Successione Apostolica del Cardinale Rebiba è notevole e comprende addirittura 23 Vescovi che a loro volta ne hanno ordinati altri espandendo la lista dei suoi successori sempre di più:

Cardinale Giulio Antonio Santori (1566)
Vescovo Tiberio Carafa (1566)
Vescovo Francesco Rusticucci (1566)
Cardinale Arcangelo de’ Bianchi, O.P. (1566)
Vescovo Egidio Valenti, O.S.A. (1566)
Vescovo Carlo Carafa (1567)
Vescovo Marco Landi (1567)
Vescovo Umberto Locati, O.P. (1568)
Vescovo Gonzalo Herrera Olivares (1568)
Cardinale Paolo Burali d’Arezzo, C.R. (1568)
Vescovo Organtino Scaroli (1569)
Vescovo Gregorio della Croce, O.P. (1569)
Vescovo Cesare Ferrante (1569)
Vescovo Eustachio Locatelli, O.P. (1569)
Cardinale Giovanni Aldobrandini (1569)
Vescovo Vincenzo Ercolani, O.P. (1570)
Vescovo Donato Stampa (1570)
Vescovo Aurelio Griani, O.F.M. (1570)
Vescovo Giandomenico Rebiba (1570)
Vescovo Maurice MacBrien (1571)
Vescovo Vincenzo Donzelli, O.P. (1571)
Vescovo Pietro Cancellieri (1571)
Vescovo Cornelio Firmano (1574)

L’ordinazione di 23 Vescovi in soli 8 anni è notevole ma bisogna considerare che il Cardinale Rebiba fu inviso a Papa Pio IV° che negli anni del suo pontificato dal 1559 al 1566, lo osteggiò facendolo persino incarcerare per un anno nella temutissima prigione di Castel Sant’Angelo con false accuse. Alla fine assolto e scarcerato si ritira a vita privata sino al 1966 quando diviene Papa Pio V° suo carissimo amico che lo reintegra nelle sue cariche.

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Il Cardinale Rebiba è una pietra miliare per oltre il 95% dei Vescovi attuali Romani, Ortodossi e Anglicani.

Anche la Successione Apostolica della nostra Chiesa contempla questo Cardinale e prosegue con altri 24 Vescovi sino ad arrivare all’Arcivescovo Gerardus Gul ordinato nel 1892. Da questo punto la Chiesa gode addirittura di due linee di successione entrambe legate ad Utrecht che negli anni è divenuta un vero modello in quanto riconosciuta dalle Chiese Romana. Ortodossa e Anglicana.

Una linea si fonda sulla Chiesa Vetero Cattolica di Polonia e l’altra su la consorella olandese sempre di rito Vetero Cattolico.

Entrambe sono linee valide, riconoscibili e riconosciute e il Primate e il suo Vicario Generale hanno saggiamente deciso, su suggerimento del Santo Sinodo, di fondere le due linee lasciando entrambe come patrimonio della Chiesa. La realtà è che ogni Vescovo compie più ordinazioni episcopali che a volte si intrecciano e intersecano fra loro determinando incroci e successioni multiple. A volte poi, i Vescovi esercitano la Chirotonia cioè il trasferimento della propria genealogica apostolica ad altri Vescovi già ordinati migliorando o complicando la situazione.

In effetti anche la nostra Chiesa dispone di Successioni Apostoliche diverse ma i Magistrati del Tribunale Ecclesiastico guidati dal Presidente arcivescovo Francesco Maria le ha analizzate attentamente tutte selezionando quelle presentate come migliori insieme alla Successione Apostolica della linea di Canterbury che proponiamo nel seguito.

 

 

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